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Pubblicato in Prima pagina il 25 novembre 2021

A Vicenza e provincia la Consigliera di Parità e Cgil, Cisl, Uil stringono un accordo contro le discriminazioni sul lavoro

La Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza fa squadra con Cgil, Cisl e Uil contro le discriminazioni sul lavoro

Il protocollo di intesa è stato firmato questa mattina in Provincia, non a caso nella Giornata Internazionale per l’Abolizione della Violenza sulle Donne, a sottolineare che il mobbing, la disparità salariale e tutte le forme di discriminazione sul posto di lavoro sono violenza. A volte manifesta, a volte subdola, ma sempre violenza.

Lo hanno sottolineato a gran voce con la loro firma Francesca Lazzari, Consigliera di Parità, e le responsabili per le politiche di genere e i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali: Marina Bergamin e Giampaolo Zanni per la Cgil, Carla Marcheluzzo e Raffaele Consiglio per la Cisl, Ketty Marra e Enrico Bianchi per la Uil.

“Questo protocollo non è un atto formale ma un patto di collaborazione e di intenti, che muove da visioni, azioni e strategie condivise per applicare la normativa antidiscriminatoria nel modo più corretto ed efficace.” – dichiara Francesca Lazzari, Consigliera di Parità – “Bisogna saper dare al territorio risposte articolate e concrete, ma la collaborazione con i sindacati è necessaria e fondamentale perché queste risposte siano realmente efficaci. Ringrazio le responsabili per le politiche di genere e i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali per il lavoro svolto e il dialogo continuo, che ha portato alla stesura di questo protocollo.”

Partendo da alcune considerazioni, prima fra tutte che il tasso di occupazione femminile rimane ancora lontano dagli obiettivi europei e segna il persistere di elementi di discriminazione, quali segregazione verticale e orizzontale nonché di retribuzione. Si aggiunge a ciò l'abbandono del posto di lavoro dopo la maternità, fenomeno in netta crescita per le persistenti difficoltà legate alla conciliazione tra le esigenze familiari e professionali, nonché per le discriminazioni contrattuali e professionali subite al rientro dal periodo di congedo, quali demansionamento, spostamento sede di lavoro, ecc.
Le giovani donne, più istruite e sempre più competenti, sono in difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro con mansioni e retribuzioni adeguate al loro percorso scolastico, mentre la violenza e le molestie sul luogo di lavoro rimangono fenomeni ancora troppo sommersi e possono costituire una grave violazione o un abuso dei diritti umani, nonché una minaccia per le pari opportunità, incompatibile con il principio di lavoro dignitoso.
Questa è in sintesi la realtà che anche nel vicentino le donne si trovano ad affrontare.

“L’occupazione femminile, dopo il covid, è scesa al 49% a livello nazionale.” - intervengono Marina Bergamin e Giampaolo Zanni della Cgil – “Inoltre, dai dati di Veneto Lavoro, sappiamo che i contratti attivati in questo momento sono precari, con un alto numero di part-time, per le donne in misura maggiore, e spesso “obbligati”. L’appello che facciamo oggi, quindi, è per un lavoro più rispettoso.”

“La rete che stiamo creando è importante per portare a soluzioni concrete e la firma di questo protocollo formalizza la necessità di fare sistema contro le forme di violenza e di discriminazione. Ma la rete va allargata ad altri soggetti, a partire dal mondo della formazione, perché si possa costruire una sensibilità e una cultura verso questi problemi.” – dichiarano anche Carla Marcheluzzo e Raffaele Consiglio per la Cisl.

“I sindacati si impegnano costantemente, anche attraverso le rappresentante sui luoghi di lavoro, a cogliere le segnalazioni di lavoratori e lavoratrici. Emerge l’uso di linguaggio e atteggiamenti irrispettosi, ma anche un malessere organizzativo proprio delle aziende, con strutture e orari rigidi, che portano ad aggravare le dinamiche di discriminazione, soprattutto nei confronti delle lavoratrici.” – concludono Ketty Marra e Enrico Bianchi per la Uil.

Obiettivo del protocollo è dare risposta alle nuove esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.

La tutela antidiscriminatoria è il vero cuore dell'attività svolta dalla Consigliera di Parità e risulta in aumento rispetto al 2020. Le problematiche sono le più varie, ma quello che è certo è che il confine tra discriminazione di genere, malessere organizzativo, disagio psichico endogeno o indotto è spesso labile.
Per questo motivo il rapporto con altre istituzioni, come l’Ispettorato Territoriale del lavoro, le organizzazioni sindacali e datoriali, la rete provinciale di Sportelli anti violenza e anti molestie, diventa di supporto indispensabile alle attività della Consigliera. Tutti organismi con cui infatti sta procedendo a redigere specifici protocolli di collaborazione.

E’ necessaria la sinergia tra tutti i soggetti che, nella società civile e nel mondo del lavoro, hanno il compito e l'interesse a favorire la corretta applicazione della normativa antidiscriminatoria e a promuovere politiche di pari opportunità per la piena occupazione di donne e uomini, senza vincoli di genere, età, etnia, religione e orientamento sessuale.

Le organizzazioni sindacali rappresentano delle interlocutrici privilegiate per i lavoratori e le lavoratrici e svolgono un'importante funzione di prevenzione e di individuazione di situazioni discriminatorie sui luoghi di lavoro, pertanto una costante e attiva collaborazione potrà fornire adeguate risposte di tutela alle lavoratrici e ai lavoratori e permetterà di individuare forme dì collaborazione, percorsi comuni e condivisi tra organizzazioni sindacali e Consigliere di Parità.

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