Per questo si rendono necessari più provvedimenti, a vari livelli.
Quello nazionale: misure straordinarie per i genitori con figli in età scolare o con disabili, sia dal punto di vista economico che normativo. Bisogna evitare licenziamenti o dimissioni delle lavoratrici dovute a queste motivazioni. Lo smart working, di per sé non negativo, rischia di essere una tremenda trappola se non verrà accuratamente normato.
A livello aziendale una buona contrattazione dovrebbe tenere insieme ammortizzatori sociali, flessibilità amiche, sostegni alla genitorialità per evitare discriminazioni.
Infine si dovrebbero ripensare i tempi urbani, ovvero quelli dei servizi pubblici, dei negozi, dei trasporti, con possibili effetti positivi -oltre che sulle famiglie- sul traffico, sull'inquinamento, sulla qualità della vita cittadina pubblica e privata.
Poi dovremmo tutti essere più disponibili ad un'equa condivisione del lavoro di cura: in Italia la differenza tra donne e uomini è ancora drammatica.
Un ulteriore motivo di preoccupazione ci deriva dalle violenze in famiglia. La convivenza forzata in casa, non aiuta le vittime, come ci confermano i Centri anti-violenza che bisogna continuare a rafforzare.
Se affronteremo tutti questi problemi, l'emergenza Covid sarà almeno servita a ripensare il nostro modello di sviluppo e il modello di relazioni tra i generi che deve essere più paritario e non discriminatorio. A tutti i livelli.
Marina Bergamin
Resp. politiche di genere Cgil Vicenza